giovedì 24 marzo 2011

Lettera aperta a Paola Grimaldi (articolista ottimista del wannabe Focus) ancora senza risposta

Riporto qui una mia lettera indirizzata a Paola Grimaldi, giornalista della rivista "scientifica" Focus che, nel luglio scorso, non finiva più di decantare le bellezze naturali post nucleari di Chernobyl. Non sto scherzando. Ordinate il numero 44 di Focus Extra e controllate voi stessi.
Ovviamente nessuno in redazione si degnò di rispondermi, perciò la ripropongo qui, nella vana attesa di un segno di dignità da parte loro.

Carissima Paola, 
sono una donna che legge molto, curiosa, a cui piace sapere in maniera ampia per il gusto di una cultura che spesso ci viene negata dai media classici da cui siamo tristemente invasi.
Oltre ad interessarmi di antropologia, biologia, medicina alternativa, politica, ecc… mi piace a volte “leggiucchiare” qualcosa di più semplice, con poche pretese… come gli articoli di Focus, ad esempio.
Per motivi non dipendenti dalla mia volontà sono abbonata a questa rivista da molti anni e devo purtroppo concordare con chi dice che negli ultimi anni Focus è sceso di livello, anzi, di molti livelli. Oltre ad essere un prodotto scadente costituito dal 50% di pubblicità, non si parla più di scienza, ma di robetta da appassionati, i toni sono sempre più semplicistici e degni di quella velatura censoria tipica del giornalismo italiano.

Ero seduta sul trono del re*, quando mi salta agli occhi il suo magnifico articolo sul n.44 di Focus Extra, a pag. 57. Prima sbalordisco, poi mi dico di aver letto male e infine, indignata, tiro lo scarico e mi chiedo come si possa dire che – rullo di tamburi – Chernobyl è un’oasi ecologica! un parco naturalistico per la ritrovata flora e fauna.
E non mi consola nemmeno la frase light “sebbene la radioattività sia presente nel sottosuolo” perché da dove crede che le piante prendano nutrimento? E cosa crede che mangino i bisonti, i conigli e tutti gli erbivori che finiscono poi azzannati dai lupi della zona? Devo forse rammentarle come funziona la catena alimentare? O che il plutonio impiega 370 mila anni solo per dimezzare le proprie radiazioni?

Eccolo qui il suo bel paradiso

No, davvero! sono ancora sbigottita da un’affermazione simile, visto che molti suoi colleghi (chissà, forse un pelo più professionali di lei, ma appena appena, eh) sostengono che gli animali sono sì tornati indisturbati dall’uomo, ma irrimediabilmente colpiti dalle radiazioni: gatte che non partoriscono più cuccioli maschi; insetti come il bellissimo Negro Bugs orribilmente mutilati; rondini albine che – al contrario di quanto sostiene lei – non riescono più a nidificare; lupi e bisonti di taglie più piccole rispetto al normale i cui esami genetici dimostrano una straziante devastazione fin dentro al cuore inviolabile della Natura: il DNA.
Senza tenere conto della flora, talmente radioattiva da produrre frutta contaminata o fusa con altre specie, tronchi ad angolo retto, aghi dei pini sui tronchi anziché sui rami…
Poi se vuole un giorno discuteremo anche di tutti quei bambini che continuano a nascere deformi e della gente che continua a morire.

Ora. Io non sono un fisico nucleare ma, come dicevo prima, mi piace leggere tutto e informarmi sui fatti, e penso che in un mondo in cui tutto viene messo a tacere, è nostro dovere dare voce alla verità, o almeno alla versione più onesta di essa. Dopo anni di infiniti studi sul posto, il professor A. Moller dell’Università "Pierre e Marie Curie" di Parigi e T. Mousseau dell’Università della Carolina del Sud di Columbia sostengono, mia cara, che non essendoci stato un adeguato monitoraggio dell’ecosistema, ora quello che lei definisce “paradiso naturale” è invece un inferno in terra di piante e animali evolutisi in maniera tutt’altro che sana «emblema di un mondo inquinato e perduto»** dall’evolversi purtroppo inarrestabile, visto che l’uomo non può metterci piede.
Eh sì… perché lei magari dimentica che la zona di alienazione si chiama così per un motivo: gli umani sono interdetti dall’entrarci in quanto altamente pericolosa. E se è pericolosa per gli uomini, come fa a non esserlo per gli animali? Li ha forse visti indossare tute protettive?

Quando sento parlare di Chernobyl ho ancora ben in mente le scene di tragedia, di paura e terrore primordiale stampate sui volti della popolazione e, in particolar modo, di chi ha immolato la propria vita per chiudere il reattore n. 4 nell’immediatezza dell’esplosione, coscienti che non sarebbero sopravvissuti.
Loro, esempio tangibile del dono estremo all’umanità, si rivolterebbero nell’inquinatissimo sottosuolo bielorusso in cui sono seppelliti se leggessero il suo sciocco e irrispettoso articolo e se potessero le offrirebbero un po’ di acqua di sorgente del luogo per mandar giù la carne e le verdure cresciute lì, in quella "splendida" oasi.
Lei accetterebbe?


*Se anni fa portavo Focus in borsa per leggerlo in ogni momento libero, con il tempo ho cambiato idea e ora penso che i momenti più consoni siano altri.
** Parole testuali del Prof. A. Moller

P.s.: questa lettera è stata spedita anche alla redazione di Focus dalla quale sto ancora aspettando risposta.

Nessun commento:

Posta un commento