giovedì 6 ottobre 2011

Finalmente buone notizie.

Ricevo e giro con piacere la lettera arrivatami stamattina dallo staff di GreenPeace in cui si annuncia che la Mattel ha finalmente rinunciato a disboscare le foreste indinesiane per il packaging di Barbie &Co.

Dopo una lunga estate calda, rieccomi a parlarvi del mondo. E delle sue tante verità.


Ciao Monica,
Grazie anche a te, Barbie ha detto basta alla distruzione delle foreste. Quando 300.000 persone agiscono insieme per raggiungere un obiettivo, la vittoria prima o poi arriva. Con Barbie è appena arrivata: oggi Mattel ha annunciato che interromperà i suoi rapporti commerciali con le aziende che distruggono la foresta indonesiana, come APP.
La campagna "Barbie, ti mollo" ha funzionato: dopo che Ken ha mollato Barbie, Mattel ha mollato APP e si è convinto a produrre un packaging sostenibile per i suoi prodotti.
È una buona notizia per tigri, oranghi ed elefanti dell'Indonesia che rischiano l'estinzione. Ma è solo l'inizio. Abbiamo ancora bisogno del tuo aiuto per spingere le altre aziende del settore dei giocattoli, tra cui Disney e Hasbro, a passare dalla parte delle foreste.
La strada è lunga ma insieme possiamo continuare a vincere. Se fai una donazione ora, ci aiuti a portare avanti la nostra campagna per indagare, monitorare e documentare i fenomeni di deforestazione. Non ci fermeremo fino a quando le aziende non avranno eliminato dalle loro filiere produttive la distruzione delle ultime foreste pluviali.
Per tutelare la nostra indipendenza, non accettiamo fondi da aziende o governi. Questo significa che possiamo contare solo sul sostegno di persone come te.
Le foreste stanno scomparendo a un ritmo allarmante. Non c'è più tempo da perdere. Dona ora.

Grazie!


 

Chiara Campione

Responsabile campagna Foreste
Greenpeace Italia



Perciò ragazzi, la lotta non è finita. Ora bisogna convincere Topolino e tutti gli altri a produrre buon packaging ecologico :)

venerdì 24 giugno 2011

Troppo bella per essere eco

Ad anni di distanza dall'eliminazione del pvc per plasmare le sue belle gambe - che hanno intossicato chissà quante centinaia di migliaia di bambine in tutto il mondo - Barbie ritorna in cima alle notizie ancora per motivi legati alla salute e all'ambiente.

A denunciarla, stavolta, è GreenPeace, che punta il dito su uno degli abomini ambientali più esecrabili degli utlimi decenni: l'indiscriminata deforestazione della Foresta Pluviale indonesiana per produrre packaging a basso costo.

In tutto il mondo solo ora si sta comprendendo l'enorme importanza delle foreste pluviali che fungono da polmone mondiale per l'assorbimento di CO2. Nel 2007 il Presidente della Guyana, Bharrat Jagdeo, ha accettato di proteggere la propria foresta pluviale nazionale in cambio di aiuti economici da parte della Gran Bretagna affinché nessuno mai provasse a tagliare anche solo un ramoscello per trarre vantaggi finanziari, nonostante i precari bilanci guyanesi.
Ma così non è in altri stati, spesso devastati da guerre intestine e governati da persone deboli e corrotte. Una manna per le multinazionali come la Mattel che sguazzano in questo tipo di lerciume.

E così Mattel insieme alla APP (Asia Pulp & Paper) deforestano giorno dopo giorno, uccidendo le tigri di Sumatra e altri animali autoctoni.
Tutto questo per produrre carta usa e getta a basso costo, come se la Mattel non potesse permettersi una politica ecologica in quanto a packaging (prodotto destinato alla pattumiera per definizione).


Cosa si può fare?
Due cose si possono fare:
1 - mandare una mail di protesta alla Mattel firmando questo modulo precompilato: http://www.greenpeace.org/italy/barbie
2 - boicottare i prodotti Mattel, con buona pace di figli e nipoti che se per qualche tempo non ricevono i giochi Mattel, campano comunque.

Ovviamente ci sono anche altre case produttrici di giocattoli che utilizzano carta indonesiana, perciò basta semplicemente seguire la campagna di Greenpeace e fare la cosa giusta ;)


In questo brevissimo video tutti i numeri e ciò che avviene nelle cartiere di Sumatra:



Il video di GreenPeace in cui Ken molla Barbie :D





Fonti
http://www.greenpeace.org/italy/barbie
http://www.greenpeace.it/barbie/animationITA.swf
http://www.aduc.it/notizia/foresta+equatoriale+offresi_95541.php

lunedì 13 giugno 2011

Incidente nucleare taciuto in vista del referendum italiano!

Apprendo solo oggi (13 giugno 2011), che il 4 giugno scorso ad Anshas, a nord del Cairo, c'è stato l'ennesimo incidente nucleare, ovviamente taciuto qui da noi in vista del referendum.

L'incidente è anche piuttosto grave poiché è esplosa una delle pompe del reattore, di quelle che spingono il vapore verso le turbine per creare effettivamente l'energia.
L'esplosione ha causato la fuoriuscita di 10 mila litri di acqua radioattiva, che si è dispersa nell'ambiente circostante, inquinando irrimediabilmente tutto ciò che è nelle vicinanze: terreno, falde acquifere e via dicendo.
Inoltre alcune fonti sostengono che l'incidente sia stato riportato solo ora, ma che in realtà si sia verificato il 25 maggio!

A parte l'orrore e lo sdegno per l'ennesimo incidente legato alle centrali nucleari, quello che più fa rabbia è il voluto silenzio della stampa e delle tv italiane che hanno totalmente ignorato l'accaduto senza riportarne alcuna notizia, nemmeno un trafiletto.
Se questo non è servilismo nei confronti di un governo sempre più infiltrato nei media, allora cos'è? Ogni volta che si parla di lecchinaggio giornalistico si alzano più e più giornalisti a difendere le proprie sacre posizioni (forse quelle a calzoni abbassati), ma se la realtà delle cose fosse quella che loro difendono a spada tratta, allora perché tanta indifferenza nei confronti di una notizia così grave?
E guardacaso proprio nei giorni appena precedenti le votazioni per il Referendum sul nucleare...

La verità sta anche nelle parole dell'editoriale di Riccardo Luna su Wired di giugno, quando dice a proposito di una riunione a cui ha partecipato:

"(I giornalisti) Dicevano: Internet distrugge i giornali, ci fa perdere posti di lavoro, porta la ricchezza creata fuori dall’Italia. E persino: inquina le menti dei nostri figli. Orrore! Sulla ricetta concordavano: gli faremo la guerra, a questi della Rete, gli faremo la guerra se non scenderanno a patti con noi.  Non uno che dicesse che forse in questi anni abbiamo fatto dei brutti giornali e dei pessimi telegiornali dove è diventato quasi impossibile capire di che si sta parlando, anzi, di che si sta litigando. Non uno che ammettesse che da una vita abbiamo drogato le vendite in edicola allegando libri e cassette, giocattoli e profumi, tutto piuttosto che una idea nuova."

Non mi dilungherò oltre su un fatto talmente grave che si commenta da sé.
Dico solo, che oggi l'Italia si è davvero stancata ed ha gridato il suo incontenibile "BASTA" andando a votare 4 volte Sì al referendum più boicottato nella stora, dal governo italiano.
Agli Italiani dico: Grazie di Quorum!





Immagine quorum:

giovedì 21 aprile 2011

Lines "è"... una sòla ambientale

Premessa: in questa sede intendo smentire che le donne abbiano mai ideato una cosa simile. Semmai hanno creato la MoonCup.

Per quelli di voi che ancora non lo sanno, io nasco pubblicitaria. Ho studiato per anni il marketing, il design del prodotto, la psicologia del colore, le tecniche di comunicazione e via dicendo. Tuttavia sono anche una persona che odia i sotterfugi utilizzati oggi per bidonare la gente.
Ad esempio: quando guardate il Chillit Bang che con una sola passata rimuove lo sporco anche dove non era stato spruzzato, quella si chiama "iperbole", cioè un sistema visivo per enfatizzare l'efficacia del prodotto anche se non fa quello che state guardando nello spot. La maggior parte di chiunque al mondo non è a conoscenza di questa sottigliezza concettuale, ma per le leggi che governano l'advertising voi dovreste saperlo e come! Un po' come ci si comporta con le leggi statali: siccome escono sulla Gazzetta Ufficiale "non puoi non saperle".
Insomma, anche se il prodotto non fa quello che promette, non potete prendervela con nessuno.

Ora.
Da qualche tempo è uscita una pubblicità della Lines che pubblicizza un nuovo prodotto "per lei"; si chiama Lines è e - ovviamente - è migliore di qualunque cosa sia stata concepita finora* nella storia umana. Avevate dubbi???
Ebbene, si tratta di un assorbente il cui misterioso materiale denominato "lactifless" non è dato sapere di cosa si tratti. Te lo fanno veder colare come una fluida cascata di panna dolce, di un bianco purissimo che sembra volerci dissuadere dall'idea che possa inquinare l'ambiente (cosa che invece fa, come e più dei suoi predecessori). Per qualche oscuro motivo l'azienda non descrive da nessuna parte di cosa sia composto, nonostante le centinaia di brevetti che lo coprono largamente. E io mi domando e dico: siccome è un materiale sconosciuto, le donne avranno o non avranno il sacrosanto diritto di sapere cosa si stanno mettendo a contatto con una zona così delicata?
Insomma, per anni ci hanno detto che il salvaslip andava portato anche nei giorni tra un ciclo e l'atro e poi si è scoperto che la pelle ne risentiva, ma intanto migliaia di donne accusavano irritazioni di qualsiasi genere...

Riporto un'interessante brano di Love Moon che tutte le donne dovrebbero leggere:
"Lo sai che il flusso mestruale femminile, sulla superficie dell’assorbente (in media 50 cc giornalieri), favorisce la proliferazione dei batteri che, moltiplicandosi rapidamente, causano un’innalzamento della temperatura tra assorbente e genitali che può superare i 40°C?
Ecco; tu devi sapere che, a quella temperatura i solventi volatili delle colle che ancorano gli assorbenti agli slip, iniziano a separarsi e, in conseguenza dell’elevata umidità e temperatura che dilata i pori della pelle, causano reazioni allergiche e prurito che nessuna donna può ignorare.
Le infezioni batteriche, un tempo poco note, oggi sono molto frequenti tra le donne."

A me sembra che si giochi con la salute degli altri. E il lactifless (che già molte fashion victims corrono a comprare manco fosse una borsetta firmata) è la stessa cosa: dai retta ad un'azienda che si rifiuta di dirti cosa ti ti stai mettendo sulla tua zona più delicata.

Non starò qui a discutere se questi assorbenti sono meglio o peggio di altri o della follia del costo per un prodotto usa-e-getta da fighette, perché nei vari forum e blog già se ne parla abbondantemente con scarsità di reali apprezzamenti (tranne quelli pilotati ad hoc, facilmente riconoscibili soprattutto su Facebook).

Quello su cui mi interessa puntare il dito è lo slogan subdolo e menzognero con cui tale prodotto viene pubblicizzato: "Creato dalle donne per le donne".
Niente di più falso.
L'assorbente femminile moderno, interno o esterno che sia, è frutto di un'insana macchina fondata sul profitto tramite le materie plastiche (e quindi sul petrolio e sull'indistria chimica) che solo gli uomini hanno in mano.
Mi pare proprio di vederle 'ste fantomatiche donne giovani-belle-e-scienziate che in un laboratorio esclusivamente femminile si inventano l'ennesima porcata chimica che va a distruggere ancora di più l'ambiente.

Infatti gli unici prodotti che davvero provengono dall'ingegno femminile sono - guardacaso - tutti di provenienza o destinazione NATURALE. Tra gli assorbenti in fibra vegetale o quelli di stoffa da lavare, un prodotto su tutti si eleva a miglior amico della donna e della natura: la MoonCup.
Essa è costituita al 100% di silicone: è quindi indistruttibile, indeformabile ed eterna! La si sterilizza con la semplice acqua bollente ed è pronta per il prossimo ciclo, senza sprechi di soldi, di risorse naturali e senza inquinare o irritare. Inoltre è un bel risparmio visto che la si compra una volta e non ci si pensa più. Senza tenere conto che è completamente invisibile, non sporca, la si può indossare con il costume e una volta indossata non la si sente affatto e si può dimenticarla per ore.



Non è mia intenzione demolire un prodotto per pubblicizzarne un altro, nonostante l'evidenza dei fatti, siate quindi voi stesse a ragionare su tutto il sistema che governa certi mercati e tirate da sole la vostra conclusione. Cercate online, comparate le opinioni e cominciate a chiedervi come mai una trascinatrice di folle come Luciana Littizzetto abbia pubblicamente parlato male della MoonCup - comoda per definizione - proprio nel periodo d'uscita del nuovo prodotto Lines che punta sulla comodità... ma guarda un po'!


Note
*Su questo concetto sarà bene tornarci in uno dei prossimi post. Non temete.

Fonti

venerdì 1 aprile 2011

Sì, ancora sul nucleare

"Nucolare, si dice nucolare"
Così Homer Simpson risponde a chi gli fa domande in merito al suo lavoro e, anche se in Svizzera hanno interrotto la messa in onda della serie per questioni di sensibilità (?), in realtà è proprio di questo che stiamo parlando: di ignoranza.
Tutto, e ripeto, TUTTO ciò che ha a che fare con le radiazioni, le scorie e i disastri nucleari è frutto di ignoranza. A distanza di un mese dal primo incidente di Fukishima, l'altra mattina il Governo Giapponese ha ammesso che la situazione radioattiva è fuori controllo; ci sono state contaminazioni estese nei bacini idrici e attorno al reattore 2 si sarebbe raggiunta la terrificante quota di 1000 millisievert l’ora, "sufficiente per determinare alterazioni temporanee dell’emoglobina." - parole del premio Nobel Carlo Rubbia.
Il Giappone è in preda al panico perché "non si aspettava una tale tragedia". Insomma ignoravano i possibili risvolti conseguenti ad un incidente - evidentemente - non previsto. Insomma, ignoranza allo stato puro, dando per scontato che certe cose non accadono, come se il caso Chernobyl non fosse mai avvenuto.

Ma ora abbiamo due fronti uguali ed opposti che ci fanno confondere... Da una parte il Giappone in un clima di disperazione e totale perdita di controllo, che dichiara di voler ricostruire solo con impianti basati su energie alternative; e dall'altro c'è il Governo Italiano che continua ad assicurarci che non c'è alcun rischio per l'Italia e che al massimo occorre spostare il discorso sul nuclerale di un annetto.
A me, sinceramente, qualcosa non torna. Anche perché i sondaggi di opinione trasmessi ieri mattina su Agorà di Rai Tre, sono molto espliciti: il 63% degli Italiani pensa che è meglio lasciar stare il nucleare e riprendere il discorso sul fotovoltaico; il 33% pensa che i rischi da correre sono più alti dell'effettiva validità del ricorso al nucleare; e solo il 4% pensa che si debba insistere.
Mi sembra chiarissmo cosa vogliono gli Italiani.

Eppure su alcuni argomenti relativi al nucleare (come scorie e nubi radioattive), l'incertezza e la totale mancanza di conoscenza scientifica, sono ancora strumento di propaganda "tranquillista" ad opera di quei politici e/o industriali politicizzati che - ovviamente - hanno tutto da guadagnare.
Già da un paio di settimane si parlava della nube radioattiva che, spostata dai venti, sarebbe giunta in Italia nel weekend tra sabato 26 e domenica 27 marzo. E infatti c'è stata. Le rilevazioni, rese note due giorni fa, hanno dimostrato un'anomala presenza di iodio 131 in ben 7 regioni italiane. Spesso sento dire che si tratta di valori "infinitesimali" come se stessimo parlando di polvere di gessetto o di particelle di pulviscolo.
Ora, certamente io sono una profana in materia nucleare, come la maggior parte di voi, ma un paio di cose sono certe:
- la parola "infinitesimale" non vuol dire "assente"
- trovare iodio 131 in ben 7 regioni significa che c'è stata una contaminazione e, comunque la si voglia definire (piccola, infinitesimale, non preoccupante), è anomala, perciò innaturale.
Qualcuno sostiene che in natura la radioattività esiste in dosi anche pericolose. Perfetto, rispondo io, ma "in natura" se cammino in un bosco o nuoto nel mare, difficilmente inciampo in particelle nanometriche in quantità e locazioni anomale.

Senza entrare troppo nei particolari scientifici, è giusto chiarire un paio di punti:
1 - Le radiazioni esistono in natura, ma è il modo in cui arrivano a noi ad essere più o meno pericoloso: se prendo il sole senza precauzioni posso beccarmi una scottatura, ma la cosa finisce lì. Se vengo esposta allo iodio 131 trasportato dal vento, significa che posso inalarlo in qualsiasi momento e potrei non essere in grado di "smaltirlo".
2 - Diamo per scontato che una catastrofe (in)naturale avvenga solo sul piano "evidente", come se essa non andasse a toccare anche gli equilibri più delicati e a noi ancora oscuri. Dobbiamo metterci in testa che NON sappiamo tutto del mondo, del cosmo, della Natura e delle leggi che regolano il nostro universo in toto. E quindi, anche se continuano a dirci che "non c'è alcun rischio per l'Italia" di contro io continuo a non fidarmi, ma a guardare i fatti certi: lo iodio 131 è un elemento fortemente radioattivo e cancerogeno. Me ne infischio della quantità "sicura" perché, come abbiamo visto, nulla è sicuro o privo di imprevisti.
Affidandoci ai superbi della scienza, abbiamo smesso di relazionarci in prima persona con i cicli naturali, arrivando a credere che possiamo abituarci a tutto e che il Pianeta può sopportare tutto.

E invece no. Siamo agli sgoccioli di una scellerata condotta politico-tecnologica. Passiamo più tempo a farci inutili guerre ideologiche che non a cercare soluzioni per la preoccupante desertificazione degli ultimi anni, o sulla progressiva scomparsa delle api. E nel frattempo chi ha capito come funziona il giochetto, ci lascia a litigare fra noi sui particolari di secondo piano e, così impegnati, non ci rendiamo conto delle grandi manovre fatte sotto il nostro naso...
A proposito, avete notato la velocità con cui è aumentata la benzina grazie alle tasse per la guerra in Libia?
Ma di questo parleremo un'altra volta.




Fonti
http://www.wallstreetitalia.com/article.aspx?IdPage=1102419
http://www.webmasterpoint.org/news/nube-radioattiva-centrale-nucleare-giappone-arrivera-in-italia-e-europa-video_p39734.html
http://www.greenstyle.it/nube-radioattiva-rilevato-iodio-131-in-molte-regioni-italiane-2509.html?doing_wp_cron

giovedì 24 marzo 2011

Lettera aperta a Paola Grimaldi (articolista ottimista del wannabe Focus) ancora senza risposta

Riporto qui una mia lettera indirizzata a Paola Grimaldi, giornalista della rivista "scientifica" Focus che, nel luglio scorso, non finiva più di decantare le bellezze naturali post nucleari di Chernobyl. Non sto scherzando. Ordinate il numero 44 di Focus Extra e controllate voi stessi.
Ovviamente nessuno in redazione si degnò di rispondermi, perciò la ripropongo qui, nella vana attesa di un segno di dignità da parte loro.

Carissima Paola, 
sono una donna che legge molto, curiosa, a cui piace sapere in maniera ampia per il gusto di una cultura che spesso ci viene negata dai media classici da cui siamo tristemente invasi.
Oltre ad interessarmi di antropologia, biologia, medicina alternativa, politica, ecc… mi piace a volte “leggiucchiare” qualcosa di più semplice, con poche pretese… come gli articoli di Focus, ad esempio.
Per motivi non dipendenti dalla mia volontà sono abbonata a questa rivista da molti anni e devo purtroppo concordare con chi dice che negli ultimi anni Focus è sceso di livello, anzi, di molti livelli. Oltre ad essere un prodotto scadente costituito dal 50% di pubblicità, non si parla più di scienza, ma di robetta da appassionati, i toni sono sempre più semplicistici e degni di quella velatura censoria tipica del giornalismo italiano.

Ero seduta sul trono del re*, quando mi salta agli occhi il suo magnifico articolo sul n.44 di Focus Extra, a pag. 57. Prima sbalordisco, poi mi dico di aver letto male e infine, indignata, tiro lo scarico e mi chiedo come si possa dire che – rullo di tamburi – Chernobyl è un’oasi ecologica! un parco naturalistico per la ritrovata flora e fauna.
E non mi consola nemmeno la frase light “sebbene la radioattività sia presente nel sottosuolo” perché da dove crede che le piante prendano nutrimento? E cosa crede che mangino i bisonti, i conigli e tutti gli erbivori che finiscono poi azzannati dai lupi della zona? Devo forse rammentarle come funziona la catena alimentare? O che il plutonio impiega 370 mila anni solo per dimezzare le proprie radiazioni?

Eccolo qui il suo bel paradiso

No, davvero! sono ancora sbigottita da un’affermazione simile, visto che molti suoi colleghi (chissà, forse un pelo più professionali di lei, ma appena appena, eh) sostengono che gli animali sono sì tornati indisturbati dall’uomo, ma irrimediabilmente colpiti dalle radiazioni: gatte che non partoriscono più cuccioli maschi; insetti come il bellissimo Negro Bugs orribilmente mutilati; rondini albine che – al contrario di quanto sostiene lei – non riescono più a nidificare; lupi e bisonti di taglie più piccole rispetto al normale i cui esami genetici dimostrano una straziante devastazione fin dentro al cuore inviolabile della Natura: il DNA.
Senza tenere conto della flora, talmente radioattiva da produrre frutta contaminata o fusa con altre specie, tronchi ad angolo retto, aghi dei pini sui tronchi anziché sui rami…
Poi se vuole un giorno discuteremo anche di tutti quei bambini che continuano a nascere deformi e della gente che continua a morire.

Ora. Io non sono un fisico nucleare ma, come dicevo prima, mi piace leggere tutto e informarmi sui fatti, e penso che in un mondo in cui tutto viene messo a tacere, è nostro dovere dare voce alla verità, o almeno alla versione più onesta di essa. Dopo anni di infiniti studi sul posto, il professor A. Moller dell’Università "Pierre e Marie Curie" di Parigi e T. Mousseau dell’Università della Carolina del Sud di Columbia sostengono, mia cara, che non essendoci stato un adeguato monitoraggio dell’ecosistema, ora quello che lei definisce “paradiso naturale” è invece un inferno in terra di piante e animali evolutisi in maniera tutt’altro che sana «emblema di un mondo inquinato e perduto»** dall’evolversi purtroppo inarrestabile, visto che l’uomo non può metterci piede.
Eh sì… perché lei magari dimentica che la zona di alienazione si chiama così per un motivo: gli umani sono interdetti dall’entrarci in quanto altamente pericolosa. E se è pericolosa per gli uomini, come fa a non esserlo per gli animali? Li ha forse visti indossare tute protettive?

Quando sento parlare di Chernobyl ho ancora ben in mente le scene di tragedia, di paura e terrore primordiale stampate sui volti della popolazione e, in particolar modo, di chi ha immolato la propria vita per chiudere il reattore n. 4 nell’immediatezza dell’esplosione, coscienti che non sarebbero sopravvissuti.
Loro, esempio tangibile del dono estremo all’umanità, si rivolterebbero nell’inquinatissimo sottosuolo bielorusso in cui sono seppelliti se leggessero il suo sciocco e irrispettoso articolo e se potessero le offrirebbero un po’ di acqua di sorgente del luogo per mandar giù la carne e le verdure cresciute lì, in quella "splendida" oasi.
Lei accetterebbe?


*Se anni fa portavo Focus in borsa per leggerlo in ogni momento libero, con il tempo ho cambiato idea e ora penso che i momenti più consoni siano altri.
** Parole testuali del Prof. A. Moller

P.s.: questa lettera è stata spedita anche alla redazione di Focus dalla quale sto ancora aspettando risposta.

domenica 13 marzo 2011

Post Nucleare

Quattro ottimi motivi per dire NO.

Ieri mattina, 7:36, ora italiana, la centrale nucleare di Fukushima ha riportato un'esplosione interna nel sistema di raffreddamento del reattore n1. Si parla di possibili perdite radioattive e  stamattina ci sono state ben due nuove esplosioni nel reattore n.3

Questo ci porta, come al solito, alle grandi discussioni sul nucleare. E oggi più che mai, soprattutto nel nostro paese, una riflessione andrebbe fatta: se è successo in Giappone, come possiamo noi Italiani volere delle centrali nucleari anche qui?
Voglio dire, stiamo parlando del Giappone, un paese super tecnologico, costruito con tutti i crismi antitellurici e gestito da persone che controllano maniacalmente ogni vite montata. Noi abbiamo le case costruite con la sabbia.
E tutto senza tenere conto che l'Italia già espresse il suo NO a gran voce con il Referendum del 1987. "Qualcuno" tende a dimenticare che un Referendum ha valore legislativo e non lo si può ignorare solo per interessi politico-monetari. Ma su questo punto ci tornerò più avanti.

Ultimamente mi sono imbattuta in gente che pensa che siccome i fatti di Chernobyl sono avvenuti più di 20 anni fa, ora - con la tecnologia che abbiamo a disposizione - dovremmo ripensarci.
A mio modestissimo avviso ci sono almeno quattro ottimi motivi per non uscirsene con affermazioni semplicistiche del genere.
Innanzi tutto un disastro nucleare avvenuto 2, 20 o 200 anni fa, non fa molta differenza. Il fatto che sia avvenuto devastando aree di centinaia di km, provocando morte e distruzione per anni, sofferenze e malformazioni a tanta gente e mutamenti genetici in animali e piante, è già di per sé un monito su ciò che l'uomo può o non può osare.
Inoltre nel recentissimo 2009 ci sono stati ben 37 incidenti nucleari, tenuti debitamente lontani dalla tv...

In secondo luogo - ma non meno importante - le cosidette Centrali di 4° Generazione (NG4) esistono solo sulla carta, sono solo progetti e non esiste al mondo un briciolo di prototipo testabile. Eh sì, perché a parole sono tutti bravi a garantire che non ci saranno conseguenze o disastri, ma al momento non ci sono dati di alcun genere che supportino una tale ottimistica previsione. Oggettivamente non si può garantire qualcosa che sarà disponibile nel 2030 (questa la data prefissata). Mi ricorda molto la Sony che all'inizio dell'era del cd garantiva i suoi supporti digitali per ben 150 anni, pur non essendoci nessun esperimento centocinquantennale a supporto di una tale affermazione. Provate oggi ad estrarre dati da un cd Sony di 20 anni fa... 
Perciò se non si possono fare previsioni tanto ardite su un oggetto così semplice, come si può farle su un elemento così complesso e ancora inesistente come le NG4?

In terza analisi occorre parlare delle scorie. Infatti le NG4 sarebbero (il condizionale è d'obbligo) "leggermente" più pulite di quelle attuali, ciò significa che la produzione di scorie radioattive sarebbe comunque notevole... e non assente come la propaganda vuole farci credere.
Stiamo parlando di scorie con un decadimento lentissimo, che fra 100, 1000, 10.000 e anche 100.000 anni saranno ancora lì. Dove stoccarle? Sotto terra? Ovvero sotto la terra italiana che viene colpita annualmente da scosse di terremoto? Insomma, apriamo gli occhietti belli: se in Giappone, che è interamente costruito con sistemi antisismici di alto livello, hanno avuto la sfiga di essere colpiti da un imprevedibile tsunami, chi ci garantisce che in Italia non frani qualcosa? Mi sembra che la cronaca sia piena di fatti del genere: ponti che crollano a causa di calcoli edilizi fatti male, colline che franano perché la galleria è stata costruita in maniera superficiale, palazzine intere che vengono giù a causa dei tremori della metropolitana troppo vicina alle fondamenta...

La verità è che il nucleare, a conti fatti, non è affatto una soluzione alla crescente richiesta di energia. E' vero, la tecnologia ha fatto grandi passi in avanti negli ultimi 20 anni, ma li ha fatti soprattutto nel campo delle energie rinnovabili come il fotovoltaico e l'eolico.
E qui si arriva al nodo della questione. L'anno scorso il Governo Italiano aveva promosso una campagna a favore del fotovoltaico promettendo rimborsi totali a chiunque avesse investito in questa tecnologia. La cosa funzionava più o meno così: si faceva richiesta per montare i pannelli, si chedeva un prestito alla banca e nel frattempo i pannelli cominciavano a produrre tanta energia, talmente tanta che la si poteva rivendere alla "rete" e quindi - insieme ai finanziamenti - pagare il prestito bancario senza tirare fuori una lira.
Gli Italiani ci hanno creduto in gran numero, hanno investito grosse somme e ipotecato il proprio futuro. Tutto questo a testimonianza che gli Italiani credono nelle energie alternative e se ne fregano del nucleare.
Sfortunatamente non hanno fatto i conti con il caro Governo, che dopo appena qualche mese si è rimangiato la parola legiferando in modo che i finanziamenti vengano interrotti entro maggio, anche per chi ha già iniziato ad investire. Questo significa che a breve avremo un'altra ondata di persone in gravi difficoltà finanziarie, che non riusciranno a pagarsi l'investimento e che quindi non potranno entrare nel circolo dell'energia.

Qual è il motivo di tale decisione? C'è chi dice che i finanziamenti sarebbero toccati a "troppe" persone e che quindi non c'erano abbastanza fondi per tutti. Balle. Il Governo Italiano spende 23,5 miliardi l'anno per l'esercito (ma ne ha spesi ben 1035 nel 2005)., perciò i soldi si trovano se uno vuole.
Il problema è che NON SI VUOLE. Chi controlla l'energia elettrica avrebbe avuto grosse perdite con l'entrata in rete di privati che finalmente erano liberi dalla bolletta e addirittura immettevano energia pulita, guadagnandoci soldi reali.
Inoltre il nucleare sarebbe diventato nel giro di pochi mesi palesemente inutile.

Quando penso alle energie pulite, penso alla Svezia e alla Norvegia che investono nell'eolico da decenni con grande soddisfazione di tutti. Penso anche alla città-stato di Singapore, che pur essendo vicino all'equatore ha tutte le case, gli uffici, i negozi e i locali perfettamente condizionati senza ricorrere al nucleare. Anzi! E' stata recentemente dichiarata "città più verde dell'Asia".
Se tutte queste nazioni avessero constatato l'inefficienza del fotovoltaico o dell'eolico avrebbero smesso da anni di gettare i soldi al vento ed avrebbero optato per la soluzione più facile e meno ecologica: il nucleare. Invece sono ancora lì, con i campi da golf illuminati a giorno fino alle 2 del mattino; con vastissime "food court" a zero gradi in piena estate equatoriale... e nemmeno una persona che si lamenta dell'assenza di nucleare nel proprio paese.

Infine la ciliegina. Il quarto motivo per cui dire NO.
Le centrali nucleari destinate all'Italia - volute da Berlusconi - non sarebbero comuque le NG4, bensì vecchie centrali che stanno dismettendo in tutta Europa... quelle che non vuole più nessuno! E proprio perché non le vuole nessuno e non si sa dove "gettarle", se le piglia il nostro Premier a suon di ricompense monetarie.

Concludo con due video che la dicono lunga sulle scorie radioattive in Italia e del coinvolgimento politico italiano... a voi il giudizio.








Fonti:
http://www.ecoage.it/energia-nucleare-scorie-nucleari.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Scoria_radioattiva
http://www.agoravox.it/Fukushima-seconda-esplosione-In.html
http://blog.panorama.it/mondo/2011/03/14/incubo-nucleare-in-giappone-seconda-esplosione-a-fukushima/

http://www.disarmo.org/rete/a/11486.html
http://liberiediretti.blogspot.com/2009/11/235-miliardi-di-euro-di-spese-previste.html

mercoledì 23 febbraio 2011

Dedicato alla BP (British Pollution)

Disgusto e indignazione sono termini che a malapena descrivono lo stato d’animo che molti di noi provano oggi, a 9 mesi di distanza dal disastro nel Golfo del Messico ad opera della British Petroleum. Centinaia di migliaia di animali marini uccisi, flora distrutta, spiagge devastate e persone morte.

In tutto questo la Britsh Petroleum si è sentita in diritto di chiedere a Twitter di chiudere un finto account che prendeva per i fondelli la società. Come al solito il dio Denaro è più potente della voce dei cittadini che su questo pianeta ci abitano e vorrebbero poter fare della sana satira - unica arma rimastaci - contro chi, evidentemente, di questo povero pianeta martoriato se ne frega bellamente. Anzi ci tappa pure la bocca.

A dire il vero non avrei affatto voglia di polemizzare sottolineando l’ovvietà del becerume raggiunto dalla British Petroleum; perciò questa volta scelgo anch'io la via della satira, dell’ironia spinta (sperando di non essere messa a tacere pure io) affinché l’amaro sorriso ci faccia tutti riflettere che sarebbe il caso di piantarla con l’incontrollato delirio di onnipotenza delle aziende petrolchimiche. E che le leggi sull’ambiente dovrebbero prima di tutto tutelarci, non solo punire a cose fatte.
  
Anche se molti - media in primis - hanno smesso di parlarne, ci sono ancora tantissime persone che vogliono continuare a dire la loro e ad esprimere il proprio pensiero. E visto che la loro voce è meno forte di quella della tv, hanno deciso di usare la propria arte, la propria creatività per mostrare la rabbia che provano.
 
Le immagini che vedete in questo post sono il risultato dei sentimenti che il grave disastro ambientale e la relativa indifferenza politica hanno provocato in questi mesi. Sembra molto ovvio da dire, invece io credo che non è mai troppo insistere su questi concetti: guardate le immagini e ditemi se anche voi non provate una sottile rabbia verso chi ha permesso tutto questo.

Per ultimo vorrei mostrarvi un semplicissimo confronto di dati sui costi ambientali che si deve sostenere in caso di disastro ambientale a causa del petrolio e quello che invece ci costerebbe la riqualificazione ecosostenibile di ben 75.000 case.
Fate i vostri conti...